A Qualcuno Piace Curioso – Sett.9

A qualcuno piace curioso torna con alcune curiosità del Carnevale di Venezia.
Se la rubrica vi affascina, lasciateci un commento su come eventualmente migliorare questi appuntamenti giornalieri. Grazie!

A QUALCUNO PIACE CURIOSO – Pillole, aneddoti, leggende e ricorrenze della nostra laguna, da Venezia al Naviglio Brenta. Perché la valigia ideale è la curiosità…

Curiosità della settimana:

18 Gennaio 1781

Viene eretto uno splendido anfiteatro in piazza San Marco. Tutto il popolo assiste agli spettacoli che durano un intero giorno. L’ ospite d’onore è il granduca Paolo che diverrà, successivamente, imperatore di tutte le Russie. Sorpreso che non vi siamo guardie a mantenere l’ordine e la sicurezza, ma solo 5 uscieri del consiglio dei dieci esclama: ” ma…questo popolo è una famiglia!”

Anfiteatro in Piazza San Marco

30 dicembre 1558

I “nettadori dei sestieri” sono obbligati a pulire le strade della città almeno quattro volte al mese

Nettador dei sestieri

2 Maggio 1268

Viene proibito a chiunque di giocare con le “uova ripiene di acqua odorosa” nel porticato della basilica di San Marco.

21 Gennaio 1458

Si proibisce agli uomini mascherati di introdursi nei monasteri, mettendo fine alla tolleranza nel periodo di #carnevale, delle fughe amorose di monache e frati, che proteggendosi dietro le maschere, lasciavano i conventi e si abbandonavano al peccato compiendo le cosiddette multas inhonestas.

Dal 1703

Sono proibite per tutto l’anno le maschere nelle case da gioco visto che molti giocatori avevano preso l’abitudine di andare a giocare d’azzardo mascherati per evitare l’ira dei creditori in caso di perdita. Si partiva già bluffando….

Maschera a tema

22 Febbraio 1339

Si decreta il divieto notturno di circolare in maschera per la città. Soprattutto durante le ore notturne, indossando un travestimento e con la complicità del buio, era più facile commettere reati di varia natura, come scippi, ruberie e molestie, senza la minima possibilità di essere riconosciuti.

Maschere che celano l’identità

8 maggio 1270

Vennero emesse due ordinanze:

  • I bestemmiatori siano messi alla berlina
  • I monasteri siano esentati dal dazio sul vino

29 gennaio 1390

Aperto un consolato veneziano nel lontano Siam (Thailandia odierna) con esso e con la Cambogia, Venezia intrattiene un grande commercio di legname pregiato, in particolar modo il “calembec” ed aloe, il cui profumo era particolarmente apprezzato.

Boccetta di profumi in argento

Curiosità sul Carnevale

La Bauta

La Bauta era utilizzata sia dagli uomini sia dalle donne in svariate occasioni: addirittura era un obbligo per le donne sposate che si recavano a teatro mentre era proibita alle ragazze in età da matrimonio. Essa è formata da un velo nero o Tabarro, un tricorno nero e una maschera bianca. La maschera bianca era detta “larva”, probabilmente dalla stessa voce latina il cui significato è appunto maschera o fantasma, e permetteva di bere e mangiare senza mai togliersela, mantenendo così l’anonimato.

La Bauta veneziana

La Moretta

Un’altra maschera molto usata a Venezia era la Moretta: una maschera ovale di velluto nero che veniva usata dalle donne. La sua invenzione ebbe origine in Francia, dove le dame erano solite usarla per andare in visita alle monache, ma si diffuse rapidamente nella Serenissima, poiché abbelliva particolarmente i lineamenti femminili. La maschera era completata da veli velette e cappellini a larghe falde. Dato che inizialmente si indossava tenendola in bocca grazie ad un piccolo perno, era una maschera muta e quindi particolarmente gradita agli uomini.

La Moretta

Il Tabarro

Il Tabarro era, spesso, utilizzato per nascondere armi e proprio per questo furono emanati molti decreti per impedire alle maschere di utilizzare il mantello per scopi non proprio ortodossi e soprattutto pericolosi. Coloro che erano colti in flagranza di reato andavano incontro a pene molto pesanti: per gli uomini la pena era di due anni di carcere, il servizio per 18 mesi nelle galere della Repubblica Serenissima, il pagamento di 500 lire alla Cassa del Consiglio dei Dieci.

Tipico Tabarro

Donne in Maschera

Le donne, spesso prostitute, che venivano trovate in maschera erano frustate da Piazza San Marco a #Rialto, poste in berlina tra le due colonne di Piazza San Marco ed erano bandite per quattro anni dal territorio della Repubblica Veneta e anch’esse erano costrette al pagamento di 500 lire alla Cassa del Consiglio dei Dieci.

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